Joker

Joker – Derivato ma ben fatto

Arthur Fleck è un aspirante comico che lavora come clown per una società di animazione. La sua vita e divisa tra il sogno di un successo, un lavoro che non lo appaga, una madre di cui prendersi cura. Arthur è una persona che possiede un singolare disturbo che lo porta a ridere in modo incontrollato quando dentro di lui si scatenano forti emozioni. Questo lo porta ad avere seri problemi nel relazionarsi con le altre persone e una sera tornando a casa in metropolitana dopo aver perso il lavoro, commetterà un crimine che cambierà la sua vita per sempre. Lentamente Arthur vedrà la sua realtà sgretolarsi e la sua identità divenire quella di “Joker”, criminale violento senza paura di abbracciare la deriva peggiore che la società ha lasciato in eredità a quei figli che fa finta di non vedere.

Joker

La macchina da presa è interessata al corpo, al dolore che prova e alla violenza che scatena e come la mancanza di equilibrio morale riesca a divorare la mente di una persona, portandola al totale distaccamento dalla realtà per crearsene una propria.

Cinema in assenza di confini definiti “Joker” di Todd Phillips è il primo film tratto da dei fumetti a mettere davvero al centro un personaggio e allo stesso tempo dandogli corpo attraverso una non scontata lettura politica della società attuale (il cinema è riflesso dell’oggi). Pellicola in cui non ci sono eroi e nemmeno anti-eroi, ma che si limita a guardare cosa può creare l’indifferenza e la disuguaglianza sociale. “Joker” nemico numero uno di “Batman” (qui nemmeno nominato, ma comunque presente nel momento più importante che ne determinerà la genesi), qui è un miscuglio di autentico malessere pronto ad esplodere. La macchina da presa è interessata al corpo, al dolore che prova e alla violenza che scatena e come la mancanza di equilibrio morale riesca a divorare la mente di una persona, portandola al totale distaccamento dalla realtà per crearsene una propria.

Joker

Joaquin Phoenix è il protagonista assoluto che non solo descrive perfettamente la disgregazione dell’animo ferito di Arthur, ma porta il peso dell’intera pellicola sulle sue spalle di attore. Phillips dietro la macchina da presa è più funzionale che ricercato, in alcuni momenti lascia troppo spazio al suo interprete anche quando avrebbe dovuto limitarne l’istrionismo. Il risultato di questa deriva registica è una pellicola che fatica in alcuni punti a calamitare su di se lo sguardo, riportandolo fuori da un abisso di miseria umana in cui fino a qualche minuto prima lo aveva fatto sprofondare. Le emozioni quindi a tratti latitano e a farne le spese però non è tanto il film, ma gli attori che devono dividere la scena con Phoenix a cui rimane soloamente il contorno dell’immagine, danno collaterale ingiusto visto che determinano comunque alcuni snodi della pellicola depotenziandone la portata.

Joker

“Joker” a livello cinematografico riscrive il modo di adattare un fumetto. Se nelle storie cartacee ogni personaggio ha rivisto innumerevoli genesi diverse negli anni a seconda degli autori, il film di Todd Phillips, grazie a una sapiente sceneggiatura di Scott Silver, dimostra che anche utilizzando un media diverso dall’albo è possibile fare la medesima cosa. Si sposta quindi l’attenzione non più sulla fedeltà dell’adattamento, ma sull’autorialità della scrittura e messa in scena, perché questo non è “Il” Joker, ma semplicemente uno dei tanti che negli anni si sono susseguiti, tra cinema, televisione e giornali. Forse, al di là della innegabile riuscita generale del film, quello che solletica maggiormente la mente, sta nella possibilità di creare cinema da coordinate di partenza conosciute che porteranno verso derive narrative del tutto nuove. Sembra esserci finalmente una speranza per vedere personaggi e luoghi rinascere in una dimensione cinematografica congrua che non limiti il risultato a una mera lista di differenze tra carta/celluloide, sulle quali basare il giudizio di un film.

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