John Wick 3 – Parabellum – Azione pura
John Wick (Keanu Reeves) sicario tornato in attività per vendetta prima, per un debito di sangue poi, a causa di una sua precisa scelta si ritrova scomunicato dalla comunità globale di criminalità organizzata, che prende il nome de “la gran tavola”, ritrovandosi con una taglia che cappeggia sulla sua testa. Nemmeno a dirlo i killer di mezzo mondo sono sulle sue tracce costringendo John ad una corsa in giro per il mondo, nel tentativo di mettere fine una volta per tutte alla caccia aperta nei sui confronti.
Incrocio perfetto tra l’action movie statunitense e il cinema d’arti marziali orientali, la pellicola di Stahelski stupisce per la messa in scena dell’azione, regalando almeno un paio di momenti da incorniciare per sempre nella memoria contornati da altri talmente galvanizzanti da far sembrare le due ore di film una corsa di dieci minuti.
Seguito diretto del non pienamente riuscito “John Wick 2”, questo terzo capitolo sottotitolato “Parabellum” diretto nuovamente da Chad Stahelski, vede Keanu Reeves ancora una volta protagonista ed è, fugando fin da subito qualsiasi dubbio, il miglior film d’azione che il cinema americano ha prodotto dai tempi di “Mad Max Fury Road”. Pur non raggiungendo le vette del film diretto da Frank Miller, “John Wick 3 – Parabellum” è indubbiamente il film d’arti marziali più tamarro e spettacolare che abbia mai sfornato la macchina produttiva hollywoodiana.
Incrocio perfetto tra l’action movie statunitense e il cinema d’arti marziali orientali, la pellicola di Stahelski stupisce per la messa in scena dell’azione, regalando almeno un paio di momenti da incorniciare (la sequenza con i cani, ma anche quella iniziale con i coltelli e lo socntro finale) per sempre nella memoria contornati da altri talmente galvanizzanti da far sembrare le due ore di film una corsa di dieci minuti.
Uno dei limiti che contraddistinguevano il secondo capitolo era la mala gestione del racconto che fungeva da motore degli eventi. Questo seguito diretto, che ricorda “Quantum of Solace” per approccio al racconto, inizia esattamente a una manciata di minuti dal termine del secondo capitolo, porta con se i medesimi difetti, ma riesce ad arginarli con un ritmo indiavolato, l’inserimento di alcuni nuovi personaggi (e il film dona a Halle Berry il ruolo d’azione di tutta una vita) e una più accurata costruzione del mondo in cui tutto questo accade (per quanto assurdo e difficilmente credibile esso sia).
Ci sono sempre momenti che fanno storcere il naso, come ad esempio la sequenza ambientata nella stazione ferroviaria di New York in cui nessuno sembra curarsi di questi killer che si ammazzano tra loro, ma durante la visione non ci sarà tempo per puntare il dito su questo tipo di falle, a conferma che l’impianto messo in scena funziona come un meccanismo perfettamente oliato. “John Wick 3 – Parabellum” segna il ritorno del cinema americano ad un tipo di azione non più legata alla computer grafica (che comunque è presente nel film), ma anzi qui pugni, coltellate e spargimenti di sangue (da quanto mancavano nel genere) vengono tutti messi in bella mostra senza troppi patemi.
L’impegno profuso dai vari attori nell’eseguire gli stunt è ben visibile grazie ad un montaggio che non sacrifica la coreografia degli stessi in una miriade di spezzettamenti, ma anzi trova il spazio e tempismo, la macchina da presa si muove con una fluidità che esalta ogni singolo movimento dei corpi. Ad aiutare la spettacolarizzazione del tutto troviamo la fotografia curata da Dan Laustsen (“La Forma dell’acqua), che con un tripudio di luci dal forte contrasto enfatizza ogni singolo fotogramma. “John Wick 3 – Parabellum” di Chad Stahelski è il nuovo paradigma con cui il cinema d’arti marziali americano dovrà vedersi d’ora in avanti e non sarà impresa semplice scansarlo dalla cime in cui si trova, nemmeno dal futuro e immancabile seguito.