Il Quinto Elemento

“Il quinto elemento” ha orami più di venticinque anni sulle spalle. In tutto questo tempo è stato ristampato in DVD, Blu-Ray e anche BD-UHD, non male per un film che mischia fantasy e fantascienza di origine francese, che all’epoca non convinse la critica ma conquistò il pubblico. Stiamo pur parlando di un film diretto da Luc Besson che arrivava dal trionfo di “Leon” e con protagonista Bruce Willis, che nonostante qualche tonfo al botteghino internazionale, aveva ancora un forte appeal nel pubblico. Quindi “Il quinto elemento” partiva già con una serie di assi non da poco per conquistare le platee di mezzo mondo. Se a questi ci aggiungiamo che il battage promozionale faceva leva, oltre sui due signori appena menzionati, anche sul fatto che Moebius avesse curato gran parte del design, sui costumi ideati da Jean Paul Gualtier e non da meno, sull’essere il film francese più costoso mai realizzato, in quanto ha toccato i 90 milioni di dollari (per farvi capire di cosa parliamo, “Matrix” uscito qualche anno dopo ne costo circa 65). “Il quinto elemento” è stato quindi un mix perfetto tra capacità realizzative e scelte di marketing, come nessun altro film europeo è più riuscito a fare, nemmeno lo stesso Besson che pur con il suo “Valerian e la città dei mille pianeti” ci ha provato eccome.

Il film racconta le vicende dell’ex militare Korben Dallas, ridotto a fare il tassista fino al giorno in cui non incontrerà Leeloo (Milla Jovovich che qui si consacra eroina d’azione), ragazza bellissima che scoprirà essere “Il quinto elemento”. Infatti la giovane guerriera costituisce assieme a quattro pietre elementali, l’unica arma per salvare la terra dalla distruzione totale che si ripresenta ogni 5000 anni. Assisteremo quindi alla corsa che i due compiranno per recuperare gli altri quattro elementi e salvare il pianeta. Barocco ed estremamente sopra le righe, più che un film che ricalca il modello del blockbuster americano, “Il quinto elemento” è prima di tutto un film francese in goni sua parte che ingloba e rielabora gli stilemi dell’intrattenimento a stelle e strisce. Besson non cerca di piegare il suo film a una universalità riconoscibile e “vendibile” nella sua uniformità, ma adotta dimensioni quadruplicate per la sua visione personale di cinema, forgiando l’albero genealogico del blockbuster europeo.

I ritmi infatti de “Il quinto elemento” non sono assimilabili a quelli dei titoli d’azione americano e neppure le scene d’azione ne ricalcano lo schema, eppure allo stesso tempo ritroviamo le proporzioni delle grandi produzioni USA, con il dinamismo e spazialità orientali, ma condite con l’umorismo da commedia francese. Ed i tempi di tutta la pellicola sono proprio quelli di quest’ultima. A più di venticinque anni, il film rimane ancora iconico per molte delle immagini popolari che è riuscito a creare (basti pensare al volo nel vuoto della città che compie Leeloo all’inizio del film), che grazie anche a collaboratori di prim’ordine sono costruite su di un immaginario creato ad hoc dal fascino indubbio.

Va poi menzionata la splendida colonna sonora ad opera di Éric Serra, che continua il sodalizio proficuo con il regista francese e dona al quinto elemento sonorità tanto diverse quanto ben amalgamate tra loro (da ritmi reggae a orientali senza soluzione di continuità, ma anche senza la sensazione di un pasticcio). Da amare o odiare, “Il quinto elemento” rimane uno dei film più rappresentativi nella filmografia di Luc Besson, ma anche uno dei più importanti prodotti di intrattenimento del cinema europeo. Con i suoi eccessi può diventare subito in poco tempo indigesto, oggi ancora di più, ma ciò non toglie che lo spettacolo abbia comunque un fascino tutto suo che almeno una volta vale la pena di scoprire.

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3.5
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