Walter Mitty

I sogni segreti di Walter Mitty

“I sogni segreti di Walter Mitty”: quando il cinema trasforma i sogni in realtà

C’è una cosa che “I sogni segreti di Walter Mitty” ci ricorda con forza dall’inizio alla fine: il cinema è il luogo dove i sogni prendono vita a occhi aperti, ma è nella realtà che possiamo viverli davvero, a patto di non lasciarceli sfuggire. Il quinto film diretto da Ben Stiller, che qui ricopre anche il ruolo di protagonista, si muove su questa linea sottile tra fantasia e realtà, offrendo un racconto che è al tempo stesso un road movie, una parabola di crescita personale e un inno all’importanza di abbracciare il cambiamento.

I sogni segreti di Walter Mitty

Il film, remake dell’omonima pellicola del 1947 ispirata al racconto di James Thurber, segue le vicende di Walter Mitty (interpretato dallo stesso Stiller), un impiegato della storica rivista “Life”, responsabile dell’archivio fotografico. La sua vita è monotona e scandita da sogni a occhi aperti che lo vedono protagonista di avventure straordinarie, ma la realtà è ben diversa: un’esistenza grigia, segnata dalla timidezza e dall’incapacità di prendere in mano il proprio destino. Tutto cambia quando l’azienda subisce una ristrutturazione e Walter si trova a dover rintracciare il negativo perduto di una fotografia scattata dal leggendario fotografo Sean O’Connell (Sean Penn), destinata a diventare la copertina dell’ultimo numero cartaceo della rivista.

I sogni segreti di Walter Mitty

La ricerca di quel negativo si trasforma in un viaggio epico che porta Walter dai ghiacciai della Groenlandia fino alle cime dell’Himalaya, passando per l’Islanda e l’Afghanistan. Nel frattempo, il protagonista affronta anche il suo sentimento per la collega Cheryl Melhoff (Kristen Wiig), cercando il coraggio di dichiararsi. Attraverso le sue peripezie, Mitty si riscopre, risvegliando una parte di sé che aveva dimenticato dopo la perdita del padre.

Tra estetica mozzafiato e narrazione prevedibile

Visivamente, “I sogni segreti di Walter Mitty” è un’opera che incanta. Stiller e il direttore della fotografia Stuart Dryburgh attingono a piene mani dall’immaginario di riviste come “National Geographic”, regalando immagini spettacolari e una palette cromatica che enfatizza il senso di meraviglia del viaggio. Tuttavia, se da un lato l’estetica è impeccabile, dall’altro la sceneggiatura pecca di prevedibilità: la struttura narrativa segue schemi già visti e rinuncia a colpi di scena per concentrarsi sull’impatto emotivo della storia.

I sogni segreti di Walter Mitty

Ben Stiller, dietro la macchina da presa, dimostra di credere profondamente nel messaggio del film, sacrificando l’originalità della trama a favore di un’emotività accessibile a tutti. Il risultato è un film che non sorprende, ma che riesce comunque a intrattenere e, a tratti, a emozionare. La critica al mondo aziendale, incarnata dalla figura del nuovo management della rivista, è tracciata con linee grossolane, ma il cuore pulsante della pellicola rimane l’evoluzione del protagonista.

Cuore e sentimento: il vero punto di forza

Quello che salva “I sogni segreti di Walter Mitty” dall’anonimato è proprio il suo cuore. Stiller infonde passione in ogni scena, chiedendo allo spettatore di lasciarsi andare e di godersi il viaggio, senza cercare troppi sottotesti o complessità. È un film che parla direttamente all’anima, invitandoci a osare, a uscire dalla nostra zona di comfort e a vivere davvero, invece di limitarci a sognare.

I sogni segreti di Walter Mitty

Se si accetta di abbandonarsi al flusso del racconto e di seguire Walter nella sua crescita, il film sa regalare momenti di autentica bellezza e ispirazione. Non è un capolavoro e non rivoluziona il genere, ma è una di quelle opere che lasciano una traccia, soprattutto in chi ha mai sognato di essere qualcosa di più di ciò che è nella vita di tutti i giorni.

Nota: mi sono accorto avevo già scritto qualcosa riguardo “I sogni segreti di Walter Mitty” prima di questa nuova visione tra le mura domestiche e oggi come nel 2014 le impressioni riguardo la pellicola sono ancora molto positive.

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CONCLUSIONI
Ne "I sogni segreti di Walter Mitty" Stiller infonde passione in ogni scena, chiedendo allo spettatore di lasciarsi andare e di godersi il viaggio, senza cercare troppi sottotesti o complessità.
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