I Mercenari 4 – Un Franchise sull’Orlo dell’Abisso
Con “I Mercenari 4”, la saga giunge alla definitiva deflagrazione interna. Ciò che era già evidente fin dal secondo capitolo si manifesta in modo plateale in questo quarto episodio: più Sylvester Stallone si allontana dalle redini del progetto, più questo scivola nell’anonimato. Il primo capitolo nacque con l’intento chiaro di riunire le star del cinema d’azione degli anni ’80 e creare un giocoso baraccone, innocuo ma divertente, che mirava a rievocare “i bei tempi” di un genere ormai estinto. Scritto, diretto e fortemente voluto da Stallone, “I Mercenari” si rivelò un successo più che discreto, girato con mano decisa ma poco elegante, aveva una sua ragione d’essere nei confini che il film stesso delimitava, e ciò si vedeva chiaramente.
Con il secondo capitolo, le dimensioni della produzione aumentano, così come il cast, mentre la regia cambia di mano e, sebbene ci siano alcuni momenti iconici, “I Mercenari 2” inizia già a mostrare le prime crepe. Il terzo capitolo, ancora più esagerato dei precedenti, finisce per gestire male sia il cast che la maggior parte delle scene d’azione. In “I Mercenari 4”, Stallone ha un ruolo marginale e tutto è puntato su Jason Statham, alcune altre vecchie conoscenze e un tentativo di rinnovamento con l’introduzione di un gruppo femminile capitanato da Megan Fox.
In questa pellicola diretta da Scott Waugh, il nostro gruppo di anti-eroi deve fermare il leggendario Ocelot, un terrorista di fama mondiale di cui tutti negano l’identità. Dopo una missione fallita in Medio Oriente, culminata con la morte di Barney (Stallone), il gruppo affronterà una nuova missione per fermare Ocelot e vendicare l’amico scomparso. Nel frattempo, Christmas (Statham), espulso dal gruppo di mercenari, partirà da solo per vendicare Barney e uccidere il terrorista fino a quando la sua strada non si unirà nuovamente a quella della squadra, ora guidata da Gina (Megan Fox).
Con “I Mercenari 4”, la saga fa un deciso passo indietro nella coralità del cast, mettendo al centro della minima trama il personaggio interpretato da Statham. Questo è il primo grande errore della pellicola, mentre il secondo è il completo oblio della pietra angolare che decretò il successo dei precedenti: la sfilata di vecchie glorie del cinema d’azione. In questo quarto episodio, mancando delle caratteristiche principali, sarebbe stato almeno lecito puntare su una realizzazione capace di valorizzare la minor dimensione del cast attoriale.
Waugh fornisce a “I Mercenari 4” buone scene di combattimento, ma un’impostazione visiva da produzione televisiva di terza classe, abusando ripetutamente di una CGI mediocre e conferendo alla pellicola un’estetica generale piatta e colorata che finisce per annullare ogni tipo di tensione visiva. “I Mercenari 4” è un titolo che fallisce su più fronti, ma soprattutto è colpevole di aver completamente smarrito la propria identità. Difficile da consigliare anche a coloro che richiedono il minimo sindacale del cinema d’azione, ciò che avrebbe potuto essere un riavvio della saga con nuove derive finisce per affondarla definitivamente.
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