Grosso Guaio a Chinatown

REWIND_DIARIO_DI_UN_CINEFILO_PIGRO

“Rewind è la videoteca ideale, che comprende quei film che non dovrebbero mai mancare in una collezione home video che si rispetti.

cinefilo_pigro_rewind_grosso_guaio_a_chinatown

Grosso Guaio a Chinatown

di John Carpenter

La storia in breve…

Il camionista Jack Burton (Kurt Russel) tra i suoi mille viaggi per le strade degli Stati Uniti d’America, torna a Chinatown dove ritrova l’amico Wang (Dennis Dun). Dopo una notte passata a giocare d’azzardo i due andranno all’aeroporto perché la fidanzata di Wang in arrivo dalla Cina sta per raggiungerlo. Appena varcato il suolo americano verrà rapita da una banda di criminali chiamata i signori della morte. Inseguendoli per le strade di San Francisco, Jack e Wang, finiranno nel bel mezzo di uno scontro tra due famiglie rivali nel cuore di Chinatown: i Chang Sing e i Wing Kong. Queste scateneranno una lotta senza esclusione di colpi, fino all’arrivo delle “tre bufere” e David Lo Pan (James Hong), essere per metà umano e per metà spirito. A Jack e Wang non resta che la fuga. Al sicuro nel ristorante dello zio di Wang, aiutati da una giornalista americana (Kim Cattral) e un sacco di altri bizzarri personaggi, i due organizzeranno un piano per andare a salvare la ragazza rapita, recuperare il camion di Jack e sconfiggere definitivamente David Lo Pan.

Qui è Jack Burton, del Pork-Chop Express, che parla a chiunque sia in ascolto. Come dicevo sempre alla mia ultima moglie, io mi rifiuto di guidare più veloce di quanto possa vedere, e a parte questo è solo questione di riflessi.

Il Film

“Grosso guaio a Chinatown” è il film con cui John Carpenter in una sola volta riesce ad unire lo spettacolare cinematismo del cinema orientale alla grande produzione Hollywoodiana, nel fare questo il regista americano non lesina nel dare un taglio personale all’amalgama che si trova a dirigere. Cult istantaneo anche solo per luoghi e personaggi, la pellicola centra il colpo quando si tratta di mantenere ritmo e interesse a livelli costantemente alti. Puntare sui personaggi e sull’ambiente dove si svolgeranno le vicende, conferma ancora una volta come questa sia la strada migliore per immergere lo sguardo in un racconto, che in questo caso fa dell’umorismo e della spettacolarità i suoi punti di forza. Il film che inizia come una sorta di commedia, procede spedito trasformandosi ogni ventina di minuti in qualcosa di diverso, approdando al fantasy. Il Lavoro di Carpenter risulta a questo punto incredibile, ma sopratutto in divenire, in quanto capace di inglobare generi completamente diversi tra loro senza soluzione di continuità. In “Grosso guaio a Chinatown” c’è spazio per l’azione, le arti marziali, la commedia e il fantastico, senza ovviamente tralasciare qualche rimando all’orrore.

Nessuna pellicola riesce a far coesistere al suo interno così tanti generi con lo stesso equilibro raggiunto dal regista americano. Se da un lato appare palese la fascinazione dello sguardo verso una cultura e i miti ad essa collegati, di stampo orientale, dall’altro lato non si può non lodare come questo rutilante carrozzone fagociti tutto senza remore per poi risputarlo allo spettatore rendendo iconico anche il più piccolo particolare. Carpenter scrive e dirige una pellicola che cambia per sempre l’approccio al cinema di genere, portando sullo schermo l’antieroe definitivo che trova nella figura di Kurt Russel l’immagine pop per eccellenza. Seppur agli antipodi da Jena Plissken, Jack Burton, che potrebbe essere considerato il fratello scemo del criminale bendato, non è solo un personaggio riuscito e divertente, ma riflette sulla inadeguatezza dell’eroe giusto nel posto sbagliato, dato che esso è la figura più sbagliata possibile in un mondo completamente improbabile. “Grosso guaio a Chinatown” diventa istantaneamente un classico del postmodernismo, da guardare divertendosi fino alla nausea e ad ogni visione sarà sempre divertente e forse anche voi, la prossima volta che vedrete un temporale gli urlerete: “Mena il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura”.

I consigli del vecchio Pork Chop Express sono preziosi, specialmente nelle serate buie e tempestose, quando i fulmini lampeggiano, i tuoni rimbombano e la pioggia viene giù in gocce pesanti come piombo.

Appunti: Grosso guaio a Chinatown oggi più cult che mai

Non è un solamente un film cult, ma per tutti quelli della mia generazione (che mi pare di capire viene chiamata Millenials) è “IL” cult. Tra tutti i film degli anni ottanta “Grosso guaio a Chinatown” credo sia l’unico le cui battute, graziate da un riuscito doppiaggio italiano (strano ma vero), sono uscite dallo schermo per piombare nel quotidiano (tutti primo o poi abbiamo detto “sono nato pronto” con sferzante ironia). Questo da solo basterebbe a descrivere l’importanza pop del film di John Carpenter, tanto divertente e riuscito nel suo mixare oriente e occidente (pratica comune oggi, al punto che è normalità, ma qui si parla dell’anno 1986), che quando uscì al cinema si trasformò nel più sonoro flop del cineasta (dopo questo non lavorò più per gli studios). Ma grazie alla distribuzione home video, ancora oggi siamo qui a parlarne e ancora oggi rimane un film “fresco”, divertente per qualsiasi tipo di spettatore. Nemmeno gli effetti speciali che in parte non sono invecchiati molto bene, riescono a scalfire il coinvolgimento che il film restituisce.

“Grosso guaio a Chinatown” viene citato continuamente in molte pellicole (basti pensare anche ad “A Prova di Morte” di Tarantino, giusto per fare un esempio), ma se Carpenter da un lato ha fatto un lavoro incredibile, una parte del merito va data a Kurt Russel e al suo Jack Burton. L’attore che collabora per la terza volta con il cineasta, imprime al protagonista una personalità irresistibile. Rozzo e ignorante, non riesce mai a risolvere una situazione, saranno sempre gli altri a fare il lavoro per lui (in controtendenza agli eroi muscolari di quel tempo), ma nonostante questo è inmpossibile non tifare per lui. “Grosso guaio a Chinatown” è un incredibile frullatore di generi che mescolando arti marziali, commedia, horror e fantasy, accompagnerà lentamente lo spettatore in questa avventura ambientata in una città dentro la città (il quartiere cinese di San Francisco), costruita su vicoli stretti, sotterranei sconfinati, inferni improbabili e popolata da bizzarri e indimenticabili personaggi. Quindi il più grande flop al botteghino di John Carpenter risulta ancora oggi uno dei film d’intrattenimento migliori che possiamo vedere, che non vuole assolutamente che spegnate il vostro cervello, ma anzi farà di tutto per tenerlo bello sveglio anche dopo la fine del film.

Dove Vedere Grosso Guaio a Chinatown
cinefilopigro
Grosso Guaio a Chinatown
In Breve
“Grosso Guaio a Chinatown” è il film di John Carpenter che in una sola volta riesce ad unire lo spettacolare cinematismo del cinema orientale alla grande produzione Hollywoodiana
3.5
Acquistalo su
Roma-cinefilopigro
Precedente
ROMA
cinefilopigro
Successivo
Tomb Raider

Top 3 ultimo mese