Ghostbusters – Minaccia glaciale: un ritorno nostalgico, ma senza brio
Se “Ghostbusters – Minaccia glaciale” fosse uscito negli anni ’90, avrebbe probabilmente risollevato gli animi dei fan dopo un secondo capitolo che, pur amato, non è mai stato pienamente all’altezza delle aspettative. “Ghostbusters 2” ha il suo affetto tra i nostalgici, ma è difficile ignorare i limiti di un’operazione che appariva principalmente come un tentativo commerciale, volto a replicare il clamoroso successo del primo, indimenticabile film.
Questo nuovo capitolo, diretto da Gil Kenan, segue il sentiero tracciato da “Ghostbusters: Legacy“, continuando la narrazione attorno alla famiglia Spengler, che ha ereditato il compito di tenere sotto controllo le presenze soprannaturali per garantire la tranquillità del mondo. La vera novità, però, è rappresentata dal ritorno a New York, la città dove tutto ha avuto inizio. Qui, con l’aiuto degli acchiappafantasmi originali, i protagonisti dovranno affrontare un’antica divinità intenzionata a gettare il mondo in una nuova era glaciale, alimentata dal terrore umano.
“Ghostbusters – Minaccia glaciale” è un film realizzato con cura, in cui ogni elemento è attentamente calibrato per strizzare l’occhio sia ai fan di lunga data che a quelli che si sono avvicinati alla saga con il film diretto da Jason Reitman. Tuttavia, chi sperava in una ripresa del filone con protagoniste femminili dovrà probabilmente mettersi il cuore in pace.
Come accennato in apertura, “Ghostbusters – Minaccia glaciale” è il film quello che sarebbe dovuto uscire dopo il secondo capitolo del 1989: anche senza i nuovi personaggi introdotti negli ultimi anni, la struttura narrativa e la storia in sé non avrebbero sfigurato in quel periodo, anzi, avrebbero probabilmente contribuito a riportare la saga sui giusti binari. Oggi, però, l’opera di Kenan appare priva di mordente, mancando di idee veramente forti che giustifichino la sua esistenza.
Il film fa ciò che ci si aspetta: parte da uno spunto narrativo abbastanza esile per giustificare l’ennesima minaccia apocalittica, ma rimane incerto sulle tematiche su cui focalizzarsi. Da un lato c’è la famiglia Spengler, ora allargata e consolidata, dall’altro i vecchi acchiappafantasmi, il tutto immerso in una New York affascinante ma già vista, arricchita da un nuovo antagonista che, pur non particolarmente spaventoso, fornisce lo spunto per le sequenze spettacolari necessarie in un film di questo genere.
Purtroppo, “Ghostbusters – Minaccia glaciale” fatica sul piano visivo, dove spesso si percepisce una derivazione da altre opere: basti pensare alla glaciazione della città, che ricorda troppo da vicino scenari già visti in film come “The Day After Tomorrow”. Ma non è solo l’aspetto visivo a deludere; anche sul piano narrativo emergono alcune carenze. Ad esempio, il rapporto tra Phoebe Spengler e Melody, che avrebbe potuto rappresentare il vero motore emotivo del film, rimane in secondo piano, probabilmente a causa della volontà del regista di non scontentare nessuno, con il risultato, purtroppo, di scontentare tutti.
“Ghostbusters – Minaccia glaciale” è un film ben confezionato, ma privo di quel tocco di originalità e forza necessaria per emergere davvero. Forse, alla prossima minaccia apocalittica risvegliata da qualche antica civiltà, sarebbe opportuno cercare qualcuno di più entusiasmante degli acchiappafantasmi per salvare il mondo.