Federico Moccia – Il cantastorie romantico

Scrittore, attore, sceneggiatore e pure regista, ma in realtà chi è Federico Moccia? Sicuramente è l’autore di quello che può essere classificato come “caso cinematografico 2007”, almeno qui in Italia. Risulta difficile credere al faraonico incasso riscosso dal film “Ho voglia di te”, tratto dal suo omonimo libro, ed ancora più strabiliante è osservare con quale brevità di tempo ha infranto ogni record al botteghino nel mese di Marzo.Dopo il non incoraggiante esordio ai botteghini del film “3 metri sopra il cielo” (sempre tratto da un suo scritto), vedere il seguito di questo superare in soli tre giorni sei milioni di euro, lascia di stucco qualsiasi detrattore della pellicola, facendo comparire un sorriso compiaciuto sul viso di Moccia, il quale ora tenta di bissare il successo scorso con “Scusa ma ti chiamo amore”, che lo vede addirittra in prima linea dietro la macchina da presa nella trasposizione del suo romanzo. Ma cosa rende così popolari i libri ed i film che portano il suo nome come “marchio di garanzia”? Perché il pubblico italiano accoglie in modo così caloroso ogni sua nuova opera, sia essa letteraria che cinematografica? La risposta non è semplice da trovare, ma guardando “3 metri sopra il cielo” e “Ho voglia di te”, è comunque possibile immaginarla: l’arma vincente è il linguaggio utilizzato per raccontare delle storie semplice e dal sapore romantico. Moccia accompagna lo spettatore nel suo racconto comunicando tutto direttamente con parole che arrivano a parlare con l’ingenuità insita in ogni persona. Le sue storie ed i suoi personaggi non ambiscono ad essere credibili e reali, ma anzi modificano a piacimento ciò che li circonda noncuranti di essere banali o scontati, dato che a loro interessa soltanto portare a termine quello per cui sono stati creati, ed in entrambi i due lungometraggi, l’obbiettivo da raggiungere sembra il cuore dei liceali o comunque del pubblico più giovane A guardar bene però, l’autore romano non ha inventato una nuova formula per creare una corrente cinematografica indirizzata ai ragazzi, ha solo svecchiato la commedia romantica da sempre esistita in Italia, ma abbandonata nel tempo un po’ da tutti i registi in favore di lavori maggiormente autoriali o dai facili incassi. Basti pensare a tutta una serie di film usciti negli anni novanta, come ad esempio “Questo piccolo grande amore” di Carlo Vanzina, per comprendere che “3 metri sopra il cielo” prima e “Ho voglia di te” dopo, hanno solo spostato lo sguardo dello spettatore da un’altra parte, facendogli credere di ritrovarsi davanti a qualcosa di nuovo, ma che invece non lo è. Moccia in sostanza cambia gli addendi lasciando però immutato il risultato dell’addizione, andando a ritoccare la formula non tanto per una presa di posizione autoriale, ma più per far breccia su di un pubblico diverso da quello che guardava questo genere di pellicole dieci anni fa. Scendendo più nel concreto si può dire che queste “modifiche di svecchiamento” vanno cercate principalmente in due elementi: la caratterizzazione dei personaggi e lo sfondo sociale su cui questi compiono le loro azioni. In primo luogo i protagonisti infatti, non sono più delle “anime candide” che farebbero di tutto per amore, ma anzi sono dei ragazzi con problemi dovuti ad una società che impone dei ruoli senza nemmeno capire in cosa questi consistono, perché etichettandoli tutti trova un modo per controllarli senza enormi sforzi. In secondo luogo i personaggi muovono i loro sentimenti in ambienti molto più disincantati di un tempo (per cui non ci sono più principesse e affini), che vedono sostituire la famiglia ricca con quella medio-borghese con cui è molto più facile identificarsi in questi anni. Unendo tutto quello che è stato appena detto ad una colonna sonora di richiamo, ed a una campagna pubblicitaria martellante quanto basta, nasce il “fenomeno Moccia”, che lo scorso anno ha portato in un solo week-end oltre novemila spettatori in sala.

Ed ora visto l’imminente uscita di “Scusami ma ti chiamo amore” con protagonisti Raoul Bova e Michela Quattrociocche, guardiamo in modo diverso quello che potrebbe essere uno degli esperimenti più interessanti della stagione. Si presenta infatti a Moccia l’opportunità di provare la sua formula su un pubblico più vasto, non più composto solo da ragazzi, ma anche da adulti disincantati che vogliono dimenticarsi d’esserlo. Quindi non ci resta che aspettare l’uscita della pellicola e vedere se si ripeterà il “fenomeno Moccia”.

Pubblicato su: Meltin’pot on WEB

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