Demonic

Demonic - Neill Blomkamp

Demonic – Esperimento grossolano

Possiamo fin da subito asserire che “Demonic”, ultima fatica di Neil Blomkamp non è un film pienamente riuscito. Su di una bilancia immaginaria i difetti superano i pregi, ma ha un merito indiscutibile: non essere mediocre. Questa caratteristica, soprattutto visto il tema estremamente abusato delle possessioni demoniache, non è per nulla scontata.

“Demonic” ci mette subito a conoscenza di Carly (Carly Pope), giovane donna che non ha più rapporti con la propria madre dopo che questa è stata arrestata per alcuni crimini commessi. Un giorno però il suo ex fidanzato, Martin (Chris William Martin), la chiama dicendole di aver incontrato la madre di lei durante una sessione di cure sperimentali presso una clinica. Carly deciderà  quindi di andare presso la struttura ospedaliera dove si trova la donna e scoprirà  che alcuni medici, tramite una complessa simulazione computerizzata, stanno tentando di portare fuori dal coma la madre. Quando Carly finirà  all’interno di questa simulazione scoprirà  una maledizione decennale che perseguita la madre ed è pronta ad abbattersi su di lei.

Ancora una volta Blomkamp sposa il cinema di genere, ma se dopo l’esordio con “District 9” e i successivi “Elysium” e “Chappie” aveva stupito prima e convinto poi con la fantascienza, con “Demonic” decide di abbracciare l’horror. Nel farlo porta sullo schermo un filone inflazionato come quello delle possessioni demoniache, dove, soprattutto in ambito mainstream James Wan con i vari “The Conjuring” ha, nel bene o nel male, settato un canone che il pubblico ha recepito e con cui si rapporta. A seconda del punto di vista “Demonic” è un film fallito, o un esperimento riuscito. E questa dualità scoraggerà buona parte del pubblico che boccerà sonoramente il film. Ma dall’altra parte della barricata non si può non apprezzare l’idea alla base della possessione, il suo evolversi e la qualità di una messa in scena low budget.

Il meccanismo alla base di “Demonic” è lo stesso che il cinema ha proposto più e più volte in molteplici declinazioni di trama. In breve abbiamo un demone che passa da un ospite all’altro, fino a quando uno di questi decide di non voler essere mera pedina, ma giocatore attivo nella partita con in palio la sua anima e il suo corpo. A cambiare di volta in volta è lo sfondo del meccanismo e bisogna ammettere, che se i soldi a disposizioni di Blomkamp fossero stati maggiori, oggi più che un film a basso budget che fa il massimo possibile con il minimo a disposizione, ci ritroveremmo a parlare di un altro colpo di coda al genere come avvenuto con “District 9” per lo sci-fi. Purtroppo però “Demonic” non convince, ma incuriosisce. Difficile consigliarlo agli amanti del genere, come agli spettatori occasionali, ma chi segue la carriera del cineasta sudafricano dovrebbe comunque concedersi la visione, che sarà  sicuramente più interessante che piacevole.

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In breve
“Demonic” non convince, ma incuriosisce. Difficile consigliarlo agli amanti del genere, come agli spettatori occasionali, ma chi segue la carriera del cineasta sudafricano dovrebbe comunque concedersi la visione, che sarà sicuramente più interessante che piacevole.
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