Civil War – Un viaggio tra conflitti e verità
Il viaggio dei reporter e fotoreporter in “Civil War” è un’esperienza entusiasmante, qualunque sia la prospettiva da cui si decide di affrontarlo. Alex Garland dirige un film asciutto e incisivo, che riflette sullo stato della società contemporanea, ormai priva di quei valori che un tempo definivano uomini e azioni.
“Civil War” racconta un’America profondamente divisa: due stati, California e Texas, hanno deciso di dichiararsi indipendenti, scatenando una guerra con il governo centrale che ridisegna confini geografici ed equilibri politici. Su questo sfondo si sviluppa il viaggio di tre giornalisti, tra cui la celebre e pluripremiata fotoreporter Lee Smith (interpretata da Kirsten Dunst) e una giovane fotografa aspirante a seguire le sue orme. Insieme, partono da New York diretti a Washington, con l’obiettivo di intervistare l’attuale presidente degli Stati Uniti prima della sua probabile caduta e, forse, della sua esecuzione.
Durante il loro percorso, i protagonisti si trovano immersi in situazioni che sembrano echi di un passato remoto, in momenti che mai avrebbero immaginato di vivere in una società che si è sempre definita civile e democratica. “Civil War” attinge a un’idea non particolarmente originale per dipingere il suo mondo distopico, ma la sviluppa con maestria grazie a una messa in scena capace di evocare emozioni tanto negative quanto positive. Alex Garland, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, costruisce un film lucido e consapevole, con l’intento di sottolineare quanto il quotidiano possa essere sconvolto in un istante.
Le libertà conquistate non dovrebbero mai essere considerate scontate, così come delegare le proprie responsabilità ad altri non può che condurre a conseguenze disastrose nel lungo periodo. A guidare questo racconto è una fotografa, figura che sembra quasi anacronistica nell’era degli smartphone e dei video istantanei, ma che ricorda la profonda differenza tra documentare la realtà e manipolarla per convenienza.
Kirsten Dunst, nel ruolo principale, trasmette emozioni intense con ogni sguardo. Il suo personaggio, segnato dalle atrocità vissute nei vari campi di battaglia, regala momenti di incredibile tristezza e lucidità. “Civil War” non grida le sue intenzioni né le sottolinea in modo didascalico: pone al centro l’immagine, rendendola motore della narrazione come raramente accade nel cinema americano, spesso impegnato a reiterare le proprie idee scena dopo scena.
Pur non essendo privo di difetti, “Civil War” è un film dalla forte personalità, capace di creare tensione e offrire un finale amaro, specchio della realtà. La visione è imprescindibile, anche solo per il fatto che non scende a compromessi con lo spettatore, ma lo tratta come un pari.