Charlie e la fabbrica di cioccolato

Charlie e la fabbrica di cioccolato – Un mondo colorato

Scoperta, incredulità e buonsenso sono i temi impressi maggiormente nella versione cinematografica del libro di Roald Dahl “La fabbrica di cioccolato”. Tim Burton ci guida all’interno di un mondo surreale e suggestivo fatto di aromi, colori, sentimenti inespressi, parole di troppo e vizi da eliminare con la giusta lezione/punizione. Protagonista della vicenda è Charlie un bambino povero dal lato economico ma non da quello umano, che grazie ad un po’ di fortuna riesce a trovare uno dei cinque ambitissimi biglietti d’oro che permettono la visita alla strampalata fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.

Charlie e la fabbrica di cioccolato

Ma la gita in questo parco dei divertimenti dolciario cambierà per sempre i sogni, le ambizioni e il carattere dei bambini, ma pure l’approccio dei genitori accompagnatori verso i propri figli. Tim Burton ci prende per mano e trasporta la nostra mente nella sua fantasia mai così colorata e allegra prima d’oggi, nemmeno il suo precedente “Big Fish” possiede una gamma cromatica varia come questo suo ultimo film. Per il secondo approccio con un racconto di Dahl, il primo fu con “James e la pesca gigante”, sceglie come mattatore il suo attore feticcio Jhonny Depp, l’unione dei tre ha portato alla creazione di un film per famiglie adatto ai bambini di tutte le età, genitori compresi.

Charlie e la fabbrica di cioccolato

Non è un caso che il romanzo scelto tratti uno dei temi fondamentali della filmografia del regista americano, come il rapporto genitori-figli, ed non è una pura coincidenza la trasformazione in un “freak burtoniano” del personaggio di Willy Wonka, metamorfosi che risultata azzeccata in quando dona un fascino speciale al personaggio, interpretato da un Depp che si concede completamente alla storia e al clima del racconto. Questa nuova trasposizione del romanzo si concentra, oltre a focalizzare l’importanza dei valori educativi come il libro, sulle vite dei due bambini di età diversa ma protagonisti alla pari del film, il piccolo Charlie Bucket che ha “solo” una famiglia e Willy Wonka adulto mai cresciuto con tutto tranne l’affetto del padre.

Charlie e la fabbrica di cioccolato

Ed è proprio l’inserimento dell’infanzia del cioccolatiere la divergenza più grande tra la pellicola e la storia di Dahl, questo oltre a portare un finale diverso ma egualmente edificante, riesce a comunicare la potenza emotiva della storia svecchiandola e donandole una modernità inaspettata. “Cahrlie e la fabbrica di cioccolato” è un viaggio fantastico, un’avventura surreale tra colori e percezioni, personaggi bizzarri e canzoni indimenticabili che compongono la colonna sonora curata da Danny Elfman a suo agio anche quando si tratta di creare musiche e cantilene adatte ai più piccoli.

Charlie e la fabbrica di cioccolato

Non c’è niente fuori posto nel film di Burton, il quale esce vincente sia come trasposizione cinematografica di una favola conosciuta in tutto il mondo, sia come pellicola blockbuster dall’animo autoriale. Sicuramente una pellicola minore nella sua filmografia ma non per questo priva di quell’identità forte e pregnante che da sempre contraddistingue il regista di Brubank. Noi mentre i titoli di coda scorrono non possiamo far altro che fischiettare il motivetto del film andando a prenderci una innocente tavoletta di cioccolato, pensando a quando potremmo fare un altro viaggio simile.

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