Boss Level – Divertente il giusto
Joe Carnahan è sicuramente un regista che non ha avuto molta fortuna durante la sua carriera. Dopo un esordio trascurabile arriva un secondo film di buona qualità come“Narc” del 2002. Peccato però che non sia divenuto un successo. E questa frase è qualcosa che si lega indissolubilmente alla carriera del cineasta. I film che dirige per quanto buoni sembrano sempre non incontrare i gusti del pubblico, cosa alquanto strana visto che quando lui poi si limita a scriverli spesso e volentieri il pubblico corre in sala e gradisce pure. Un esempio potrebbe essere “Bad Boys for life”, terzo capitolo dei poliziotti di Miami che ha incassato addirittura più dei precedenti.
“Boss Level”, in italiano “Quello che non ti uccide”, vede Carnahan incrociare la sua carriera nuovamente a quella di Frank Grillo, dopo aver prodotto per Netflix il film “L’autista”, interpretato proprio da quest’ultimo. Si uniscono al duo Mel Gibson e Naomi Watts, per raccontare la storia di Roy Pulver (Grillo) un ex militare, che a seguito di un esperimento a cui sta lavorando la sua ex moglie Jemma (Watts), si ritrova a vivere ogni giorno sempre gli stessi avvenimenti. Roy si sveglia e inizia ogni giornata nello stesso identico modo della precedente, assediato da un gruppo di killer che inspiegabilmente vogliono ucciderlo.
Un giorno però capirà che questi maniaci sono al soldo del capo di Jemma, interpretato da Mel Gibson, che vuole mettere le mani sulla scoperta di quest’ultima per modificare gli eventi mondiali e diventare così padrone del globo. Roy quindi inizierà a prendere il controllo della sua giornata per salvare l’ex moglie e fare in modo che il malvagio colonnello Ventor e la sua squadra di killer psicopatici non riescano a compiere il loro piano.
“Boss Level” pesca a piene mani dalla formula inaugurata da “Ricomincio da capo” di Harlod Ramis e l’applica ad un film d’azione con venature sci-fi (più o meno come aveva fatto pure Doug Liman in tempi recenti), che porta in dote più di qualche eco derivato dal mondo dei videogiochi. E proprio con quest’ultimo media che il film ha molti punti in comune (e non fa niente per nasconderlo). Ogni fase del film, personaggio e anche evento, hanno il sapore dei vecchi picchiaduro a scorrimento che impazzavano nelle sale giochi sul finire degli anni ‘80.
Carnahan scrive e dirige un film in cui di fatto ogni blocco dello stesso è equiparabile a un livello di ludico divertimento elettronico, in cui dopo aver combattuto i più disparati antagonisti, ci si ritrova a sconfiggere il cattivone e salvare la bella e perché no, anche il mondo. La trama non è che un pretesto per inscenare combattimenti inverosimili e morti sempre più spettacolari, funziona da mero collante tra e varie fasi che separano il protagonista dai suoi obbiettivi. Divertente e divertito “Boss Level” è un film di stampo chiaramente televisivo e orgoglioso di esserlo, decretandone così il giusto successo. Da guardare spensieratamente e senza troppe pretese.