Bloodshot – Tanta nostalgia degli anni ’90
Il marine Ray Garrison (Vin Diesel) dopo esser stato rapito assieme alla moglie durante una vacanza, vede quest’ultima venire uccisa e subito dopo anche lui viene giustiziato. Ad un tratto Ray si sveglia, non è sul letto di casa sua, ma bensì in un laboratorio dove scoprirà che se è ancora vivo è grazie a delle nanomacchine che gli sono state iniettate nel sangue. Appena riordinate le idee e conscio dei poteri derivanti dall’esperimento compiuto sul suo corpo, il marine partirà verso la propria vendetta. Ben presto però, scoprirà che molte delle cose in cui crede sono in realtà un metodo per controllarlo, dando via a una lotta personale contro coloro che inizialmente sembravano averlo salvato.
“Bloodshot” è la prima regia cinematografica di Dave Wilson e va detto che al netto di alcuni problemi del film, il regista può ritenersi soddisfatto del risultato. La pellicola prodotta da Sony e dallo stesso Diesel, è la trasposizione dell’omonimo fumetto e nonostante una storia che serve per imbastire alcune sequenze d’azione interessanti, non riesce a contenere il suo protagonista. Vin Diesel, nonostante abbia effettivamente trovato un personaggio perfetto per la sua fisicità, non riesce mai a essere credibile quando lo interpreta.
In “Bloodshot”, purtroppo, non si assiste veramente mai alla marcia vendicativa di Ray Garrison, ma invece vengono spese quasi due ore per mostrarci l’ennesima declinazione del personaggio di Dominic Toretto. Il regista al suo primo film, difficilmente poteva tenere a bada il suo attore principale, visto che oltre ad essere una star d’azione affermata, in questo caso ha messo anche i soldi sul tavolo per produrre il tutto a proprio uso e consumo. Wilson, conscio di questo, lascia spazio al gigante rasato, per dedicarsi a confezionare un film che almeno sul lato estetico sia dignitoso e lo fa così bene, che nonostante un costo di produzione di soli 49 milioni di dollari, “Bloodshot” sembra ne sia costati quasi il doppio.
Quindi se da un lato rimane un film fagocitato dalla personalità del suo protagonista, debole di una storia fin troppo schematica, ha però dalla sua una realizzazione riuscita, che se non può contare su una qualche personalità stilistica, almeno fa ben sperare per la prossima pellicola del regista. “Bloodshot” rimane un titolo appena sufficiente, che piacerà probabilmente solo gli amanti del suo interprete principale, ma non necessariamente a coloro che cercano un’ulteriore cinecomics.