Appaloosa

Appaloosa – Il tramonto di un sogno

Virgil Cole (Ed Harris) ed Everett Hitch (Viggo Mortensen), sono due amici che vagano nelle città del west verso la fine dell’ottocento, offrendo i loro servigi da pistoleri per ristabilire l’ordine che la criminalità semina tra i cittadini. Il loro sodalizio dura da sempre, ed entrambi non sarebbero in grado di fare altro. Ma arrivati nella cittadina di Appaloosa in Messico oltre a scontrarsi con il criminale Randall Bragg (Jeremy Irons), vedranno la loro amicizia messa alla prova dalla signorina Allison French (Renée Zellweger), la quale innamorata a suo modo di Virgil si metterà in mezzo ai due.

Appaloosa

Il genere western trova in questa pellicola diretta e scritta da Ed Harris, una crepuscolare riflessione su un paesaggio (che diviene anche genere cinematografico), decadente e giunto ormai alla sua definitiva estinzione. “Appaloosa” racconta una storia di amicizia ambientata in un tempo che non esiste più, modellando il ricordo all’interno di un contenitore (il genere western), che l’occhio conosce meno che il cuore. Ed infatti sono lontani i tempi di Ethan Edwards, così come quelli di William Munny, il film di genere secondo Ed Harris acquisisce la dimensione del tempo collocandosi precisamente sul finire di un secolo, che ha visto molti eroi e cattivi, ma allo stesso tempo ha gettato le basi dell’uomo moderno.

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Infatti Virgil Cole e Everett Hitch ricordano da vicino la coppia formata da Butch Cassidy e Sundance Kid, costretti a scegliere se evolversi assieme all’epoca o morire rimanendo saldi al proprio modo di essere, che presto o tardi verrà spazzato via dall’inarrestabile avanzare del tempo. “Appaloosa” si stacca dunque dal mito della frontiera, delle mandrie di bestiame ed inscena la presa di posizione della giustizia, dei criminali che meritano un giusto processo, ma allo stesso tempo sottolinea che in quell’epoca, laddove non arrivava la legge, lo sceriffo poteva comunque applicarla divenendo allo stesso tempo giudice, giuria e boia.

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Nonostante questo alla fine quando nemmeno tale figura poteva più nulla (ed il finale in cui Hitch si toglie la stella dal petto è rivelatrice), diviene quindi necessaria la trasformazione in criminale per ottenere giustizia, perché quest’ultima ancora troppo vincolata alle strade piuttosto che alle aule dei tribunali. Harris quindi tra l’inscenare un’improbabile storia romantica (poco credibile per via di una insopportabile Zellweger) e un’amicizia virile, punta lo sguardo facendoci riflettere su come nonostante il passare degli anni e delle epoche, l’uomo stia tornando nuovamente allo stato selvaggio.

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Questo perché nonostante leggi, tribunali e polizia spesso e volentieri i criminali sono più liberi dei cittadini, i quali per avere giustizia devono mettersi al di sopra della legge (come fece Paul Kersey ne “Il giustiziere della notte”). “Appaloosa” regala un sottotesto tutt’altro che banale, ma anche uno spettacolo garantito a chi ama un genere ormai in via di estinzione, ma che sembra tornare per ricordarci di non camminare al contrario ritrovandoci nuovamente agli anni delle pistole e del piombo, dopo tutta la fatica fatta per appendere fucili e cinturoni al muro.

Pubblicata su NEXTPLAY.IT

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  1. Un inno all’epopea del West, un omaggio ai grandi classici di Hollywood da applaudire incondizionatamente. Personaggi e situazioni visti mille volte ma che qui appaiono nuovi e originali tanto è la maestria della sceneggiatura e della regia. Un film dove ogni cosa funziona perfettamente. Tutto è misurato e calibrato al massimo: nessuna violenza gratuita, presenza di un pizzico di ironia che non guasta, colonna sonora non invadente e perfettamente coerente alle immagini, il ritratto del paesaggio non retoricamente “da cartolina”, giusta dose di suspense che mantiene desta l’attenzione dello spettatore per tutta la durata del film, dialoghi scarni e non banali, accurata e precisa analisi psicologica (e l‘introspezione non è mai a discapito dell‘azione)…

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