Avengers: Endgame – Fine di una decade Esistono pellicole che diventano obbligatorie per gli autori. Ripercorrendo la saga di “Nightmare”,...
Enorme, scemo, sopra le righe, oltremodo lungo, ma anche divertente. Tutto questo è “Aquaman” di James Wan, un film che trova il suo senso di esistere nella lotta interna tra lo spirito fumettistico e il cinema di avventura.
"Captain Marvel” è il ventunesimo film del Marvel Cinematic Universe (MCU) ed ha il duplice compito di presentare il personaggio di Carol Danvers, ma allo stesso tempo di preparare gli amati della continuity cinematografica al quarto capitolo dedicato agli Avengers.
James Cameron produce e adatta il manga “Gunnm” di Yukito Kishiro, affidando la regia a Robert Rodriguez che per l’occasione mette da parte gli eccessi del suo cinema e si confronta con una produzione ad altissimo budget.
La pellicola che mette in scena le gesta di un personaggio che si nutre di esseri umani per sopravvivere, si guarda bene dalla possibile deriva grottesca prendendo fin troppo seriamente una storia scritta senza verve che procedete per canoni già visti, presi a forza da altre produzioni (non solo appartenenti al mondo dei fumetti) e mescolate assieme nel tentativo di creare un meltin pot capace di intrattenere.
Questo secondo capitolo oltre ad essere, assieme agli ultimi capitoli di “Transformers”, uno dei peggiori film d’intrattenimento degli ultimi dieci anni almeno, apre una ulteriore riflessione sulla crisi che si sta abbattendo sui blockbuster americani non tratti dai fumetti.
Il secondo capito della nuova trilogia che inaugurata qualche anno fa da “Jurassic World”, perde alle regia Colin Trevorrow (che scrive e produce questo nuovo episodio), per accogliere Juan Antonio Bayona.
Diretto da Ryan Coogler “Black Panther” è un nuovo tassello del “Marvel Cinematic Universe”. Introdotta per la prima volta in “Captain America Civil War”, la pantera nera può finalmente godere di un suo film che come da prassi descrive approfonditamente il personaggio e il mondo da cui questo proviene.
Ron Howard è un regista che seppur nel suo approccio classico alla materia, ha sicuramente una propria visione. Sarebbe estremamente riduttivo definirlo, come fanno in molti, come un “regista che dove lo metti sta”, a suggerire che riesce a fare bene tutto senza però imprimere una qualche personalità ai suoi lavori.
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