REC

REC – Terrore in diretta

Notte a Barcellona e la reporter Angela (Manuela Velasco) assieme al suo reporter stanno girando un servizio sulle forze dei vigili del fuoco. Trascorrono il tempo nella loro caserma, mostrandone le abitudini fino a quando arriva una chiamata e via dentro all’autopompa che sfreccia nella notte per andare a soccorrere un’anziana signora. Arrivati nell’appartamento della vecchia troveranno qualcosa di sconvolgente ad attenderli, qualcosa che nessuna telecamera dovrebbe rendere pubblico. Se è vero che il cinema di genere è spettacolo che nasce per intrattenere allora “REC” è una delle vette più alte toccate in questo decennio.

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Realizzato come una trasmissione in stile “TV Verità” la creatura di Jaume Balagueró e Paco Plaza riesce a trasportare lo sguardo oltre la realtà, sfuocando il confine tra reale ed irreale. L’incipit chiaro e tangibile nel proseguo della pellicola (che dura meno di ’90 minuti è bene dirlo) cambia piano narrativo (migrando verso i territori fantastici ed orrorfici),  senza perdere consistenza, ma al contrario sfruttando ancor di più l’assunto iniziale della stessa per aumentare il terrore e l’angoscia. Al contrario di “Cloverfiled” ove la camera a mano sembrava comunque non essere sufficiente per raccontare le immagini.

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In “REC” il piccolo obbiettivo DV sembra sempre troppo grande, perché mostra spesso e volentieri dentro alle sue ridotte dimensioni particolari che vorremmo perdere, persone e cose che riusciamo percepire presenti nella scena ma che la camera convulsa vuole mostrarci, perché essa è cosciente che la curiosità appagata (specie in questo tipo di pellicole) è l’arma più potente per far presa sullo spettatore. Ecco quindi che attraverso un’apatia di colori digitali ad alta definizione (ove le sfumature non sono concesse), lo sguardo si sposta  in cerca di qualcosa in grado di far scemare la paura.

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Allo stesso tempo la mente cerca disperatamente di ricordarsi d’essere davanti ad un film e che nulla è reale. Sperimentale e furbo, della sua durata non spreca nemmeno un minuto, non esistono momenti morti, “REC” è un’iperbole di adrenalina crescente dalla quale rimanere stregati o schifati, bisogna però considerare di come in un panorama cinematografico (quello del genere horror) che cerca sempre la contaminazione per rinnovarsi, questa pellicola spagnola a basso budget porti una ventata di aria fresca.

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