Pretty Woman

Pretty Woman – Semplicemente delizioso

Premessa: la decisione di scrivere una piccola recensione su “Pretty Woman” nasce dalla recente conoscenza avvenuta con una persona che ha fatto scattare in me la voglia di rivedere questo film a quasi dieci anni dall’ultima visione. Per ringraziare ho deciso di dedicare a quest’ultima il mio scritto. Grazie V.

Alcune pellicole dopo anche soli cinque minuti di visione, mettono lo spettatore nella condizione di pensare che destino toccherà a tale film, facendogli trarre da subito giudizi in merito alla qualità, al successo commerciale, alla durata nel tempo ed altre caratteristiche di ogni tipo. Molto spesso dopo i primi cinque minuti un titolo riesce letteralmente, a fulminare chi sta dall’altra parte dello schermo, trasportandolo all’interno della storia ed isolandolo dal circondario. Come questo accada non è di facile decifrazione, i fattori che concorrono a ottenere il risultato possono essere molteplici, dall’azzeccato uso delle musiche, all’utilizzo di qualche sequenza ad effetto o chissà cos’altro.

Sta di fatto che alcuni film visti in determinati momenti arrivano direttamente al cuore dello spettatore senza passare per lo spirito critico dello stesso, questo porta ad amarli più di altri, a rivederli più volte e altro ancora. Esistono film dalla conservazione temporale incredibile, con questo vogliamo raggruppare quei titoli che riescono ad essere “sempre attuali” nonostante il passare degli anni, non sappiamo quanti di questi esistano perchè il più delle volte questa resistenza è merito dell’innamoramento soggettivo nei confronti della pellicola.

Certo è che uno oggettivamente “insensibile” ai calendari trascorsi non possiamo dimenticarci di “Pretty Woman” che a sedici anni dalla sua prima apparizione riesce ancora a far sognare lo spettatore d’ogni età, fulminandolo visione dopo visione sempre con la stessa irrefrenabile carica. Il perché riesca in questo è sicuramente contenuto inconsciamente in ognuno di noi, ma dovendo scegliere un motivo scatenante tra tanti, ci azzardiamo a dire che tutti noi vorremmo vedere la realizzazione di un nostro sogno, proprio come accade alla protagonista interpretata da una magnetica Julia Roberts. Si perché alla fine “Pretty Woman” è una favola sul sogno dell’amore realizzabile tra persone completamente diverse fatte però per stare insieme.

La storia inizia ad una festa in onore di un rampante manager di Nome Edward Lewis, interpretato da un bello e impossibile Richard Gere, dove questo viene abbandonato dalla fidanzata nella settimana in cui l’avrebbe voluta con lui per portare a termine un grosso affare. Allontanandosi dalla festa perdendosi per le strade di Beverly Hills incontrerà Vivian una prostituta di strada che accetta di accompagnarlo nell’hotel dove lui alloggia per venti dollari.

Incuriosito Edward la pagherà per godere della sua compagnia per tutta la notte, da li decide d’offrirle una ingente somma di denaro in modo da farla rimanere per l’intera settimana che lui rimarrà a Beverly Hills, contando sulla di lei professionalità nel tenere separati i sentimenti dal lavoro. Vivian come una moderna Cenerentola passerà dalle stalle alle stelle, si troverà ad affrontare pregiudizi altrui ed altro ancora. Edward dall’incontro con lei cambierà il suo freddo modo d’essere perché finalmente arriva a scoprire cosa veramente si prova quando si è innamorati di un’altra persona.

E in mezzo a tutto questo romantico trambusto non possiamo non menzionare il mascherato “narratore” della vicenda che in apertura e chiusura del film ricorda a tutti, con una battuta quasi metacinematografica, che a Hollywood non esistono sogni irrealizzabili. E noi a quel punto siamo talmente contenti della conclusione che non vogliamo nemmeno immaginarne una diversa. Commedia romantica come tante altre, quella di Garry Marshall ha però un’effettiva marcia in più dovuta ai suoi due magnifici interpreti e al sogno d’amore in cui questi si muovono. Lui è la classica persona abituata ad avere tutto e tutti ai suoi comandi indipendentemente da come fare per ottenere ciò.

Lei è la ragazza semplice scesa a compromessi con se stessa per poter vivere. Vivian imparerà da lui che nella vita ci sono sorprese e occasioni ovunque basta coglierle quando si presentano; viceversa lui imparerà che rischiare è l’unico modo per sentirsi realmente vivi. Il film ha un’ottima colonna sonora ed un ritmo perfettamente scandito complice un montaggio squisitamente riuscito. Alla fine resta ancora da capire come mai un film comunque non particolarmente originale abbia tanto fascino, come mai resista così bene al tempo e perché riesca sempre a far vivere emozioni. Forse non dovremmo ragionarci più di tanto e fermarci al primo giudizio venutoci in mente appena iniziati i titoli di coda: “Questo film è semplicemente delizioso”.

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