La finestra di fronte

La finestra di fornte – La potenza della memoria

“La finestra di fronte” del regista Ozpetek è l’esempio calzante di come un film emozionante riduce considerevolmente l’importanza degli aspetti tecnici. La storia racconta è vibrante, riporta alla memoria alcune cose che abbiamo dimenticato, per sottolineare l’importanza dei ricordi. Tutto parte dalla persecuzione ebraica al ghetto di Roma nel 1943, per spostarsi poi nei giorni nostri dove la giovane coppia in crisi, Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) e Filippo (Filippo Nigro), incontrano un vecchio (Massimo Girotti) in preda ad un’amnesia e bisognoso di aiuto.

La finestra di fronte

Nonostante la riluttanza della moglie Filippo porterà in casa l’anziano, Giovanna sapendo che dovrà per forza occuparsene lei sarà da prima restia, ma dopo grazie all’aiuto del suo vicino di casa, un banchiere di nome Lorenzo (Raul Bova) sogno amoroso ed inconfessabile di lei, vedrà l’anziano non più come un peso e lentamente diverrà per lei una figura importante nella sua vita, un padre che sembra esserle venuto in aiuto nel momento di autentico bisogno, dandole la scossa per reagire prendendo in mano la propria vita. Un racconto che alterna flashback contrapponendoli alla storia portante, mostrando due storie all’apparenza diverse ma molto simili.

La finestra di fronte

Due amori impossibili per via di quello che li circondano, sentimenti relegati in parole non dette, imprigionate dentro i cuori di tutti i protagonisti senza apparente via d’uscita. Ne “La finestra di fronte” più che a primeggiare il sentimento, il quale non riesce mai a sfociare nella sua interezza, vince amaramente il ricordo dello stesso. Ozpetek ci guida in un mondo fatto di piccoli gesti di un’anziano, ultima interpretazione di Massimo Girotti a cui il film è dedicato, innamorato follemente di una persona che non può più tornare in vita se non nei suoi ricordi, nel suo cuore.

La finestra di fronte

Alternato a questo sentimento troviamo Giovanna che ha due figli, un matrimonio in crisi e sogna una relazione con il suo dirimpettaio, incurante della bellissima famiglia che ha. Ma proprio l’amore inconfessato dell’anziano, farà capire alla donna l’importanza di rinunciare a qualcosa che avrebbe lo stesso sapore di un dolce, e come tale destinato a finire prima di quanto si pensi. Il viaggio di Giovanna nei sentimenti di un’altra persona aprirà a quest’ultima le porte del suo cuore, proprio quando si ritroverà a vedere la sua vita dalla finestra di fronte la sua, si renderà conto che non deve assolutamente trasformare in ricordi la sua famiglia, ma bensì deve viverla e cercare all’interno della stessa la forza per continuare.

La finestra di fronte

“La finestra di fronte” è un film imperfetto, molto spesso indeciso se lanciarsi verso la banalità da botteghino, oppure andare in contro all’introspezione dei personaggi, ma probabilmente questa indecisione costante è la cosa che fa maggiormente immergere nella storia lo spettatore, costretto ad empatizzare velocemente con i personaggi, rischiando inevitabilmente d’innamorarsene finendo senza accorgersene nelle spirali della trama. Non dobbiamo dimenticare il nostro passato, ma soprattutto dobbiamo evitare quando in futuro guarderemo indietro di ritrovarci senza saperlo a vedere la nostra vita nella finestra di fronte, questo sembra suggerire un piccolo universo fatto di memorie perdute.

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