Il meglio, il peggio e altro del mio 2015 cinematografico

Ed eccovi anche la mia listina dei titoli del 2015, con ovvio e rigoroso ritardo rispetto a tutti i blog e siti vari di mezzo mondo. Sia mai che anche io faccia qualcosa nei tempi e modi in cui la fanno tutti. Nel stilare la classifica mi sono reso conto che in questo 2015 ci sono stati molti blockbuster che hanno mediato bene tra politiche produttive e necessità autoriali, tra tutti il primo della lista.

La TOP 5 dei migliori

1 – Mad Max Fury Road – 4.5
Non è semplicemente incredibile, ma il film di Miller è qualcosa con cui il genere d’azione dovrà confrontarsi negli anni a venire, che lo si voglia o meno questo film è già mito. La sceneggiatura racconta un intreccio magari esile come una fuga ma sa non essere mai scontata, il montaggio è fuori parametro (stupefacente sarebbe un buon modo per descriverlo), la regia tiene assieme tutti gli elementi e re-inizializza l’ambientazione post apocalittica, il cinema ritrova la propria identità di racconto per immagini.

2 – Blackhat – 4
Sarà pure stato un flop commerciale, avrà pure un inizio “démodé” con quella computer grafica scialba, ma l’ultimo film di Mann è ancora una volta opera portentosa. Sotto la superficie estetica vive la descrizione di un mondo, il nostro, che sta completamente perdendo cognizione di dove esso si trova. Blackhat un film in cui il tempo in cui l’azione si svolge è così importante da non potersi permettere il fuoricampo, sicuramente una delle esperienze più entusiasmanti del 2015.

3 – Sicario – 3.5
Il thriller dell’anno, semplicemente questo, non un capolavoro, ma riesce a far respirare il campo di battaglia, trasmette inquietudine e la violenza dell’azione. Gli attori sono magnifici ma su tutti Benicio Del Toro svetta paurosamente per immersione nel personaggio. Villeneuve si conferma ancora un volta direttore abile capace di non piegare il proprio stile alla commercialità, ma sa mediare con essa per creare un prodotto d’autore adatto a tutti.

5 – Vizio di forma – 3.5
Devo dire che “The Master” era una pellicola in cui Anderson si divertiva a farsi i pompini da solo e tutti sono stati accecati da questo (ma non proprio tutti per fortuna), ma con “Vizio di Forma” ritorniamo a livelli di narrazione veramente incredibili. Una pellicola per nulla facile, che va gustata più volte per essere apprezzata, ma che riconsegna il regista in piena forma. Ovviamente a chi ha adorato “The Master” questo titolo ha fatto abbastanza schifo, ma non ci importa il tempo ci darà ragione, ma al contrario chi invece non ha apprezzato nessuno dei due beh, qualche problema di gusto possiamo diagnosticarglielo apertamente.

5 – The martian – 3.5
E’ risaputo che io sia partigiano nei confronti dei fratelli Scott, ma bisogna ammettere che “The Martian” seppur possa essere anche considerato un compitino ben eseguito con scolpito in mente il manuale del nerd perfetto, è un compitino divertente e accattivante come non se ne vedevano da tempo.

Le sorprese dell’anno

The Babadook – 3
Quando poche idee ben chiare si trasformano in un film horror riuscito, questo prende il nome di “The Babadook”. Pellicola costata due lire che sa creare tensione lentamente e anche se ogni tanto cede alla tentazione della “sferzata di dolby” per spaventare, si fa perdonare perché comunque regala altri momenti veramente ricchi di suspense. Il finale lo penalizza al punto che difficilmente presta la pellicola a revisioni nel breve termine, ma almeno ci troviamo tra le mani una prima visione che terrorizza chi si trova dall’altra parte dello schermo.

The Walk – 7.5
Il ritorno di Zemeckis questa volta è stato disarmante, una pellicola dalla doppia anima plastica, ove nella prima parte vediamo la versione portata all’eccesso di una commedia francese fatta di sogni e buoni propositi, ma in cui nella seconda metà quando il funambolo compie il suo miracolo in bilico su di un fulo teso tra le torri gemelle, il regista ci regala la vertigine ed allo stesso tempo il baratro. Il dito di Zemeckis è puntato sull’importanza dei ricordi, sulla necessita di non rinnegare il proprio passato in quanto ci rende quello che siamo. Il paradosso è che il film più incredibilmente “sperimentale” dell’anno è stato battuto da quello più “scontato” che trovate subito dopo.

Le non sorprese dell’anno

Star Wars VII – Il risveglio della forza – 7
Il campione dei record diretto da J.J. Abrahms non è sicuramente il film migliore uscito quest’anno, ma è divertente, riporta in alto una saga che nel bene e nel male ha contribuito a cambiare il cinema a livello tecnologico e con questo nuovo capitolo (un fan made potremmo dire), conferma che cinematograficamente ha ancora molto da dire la galassia lontana lontana.

Il Ponte delle Spie – 8.5
Spielberg è tra i migliori registi viventi, ed “Il Ponte delle spie” è qui ancora una volta a dimostrarlo. Dal bistrattato “War Horse” lui sta compiendo un personale percosro di ricostruzione dei generi e questa ultima pellicola come la precedente “Lincoln” continua su qeusta strada. Non esiste un minuto ne “Il ponte delle spie” che non sia grande cinema, dalla sequenza iniziale alla spettacolarità di quella girata nel ponte che da il titolo al film. Qui si respira Cinema, semplice e puro.

Il più tamarro dell’anno!

John Wick – 6.5
Quest’anno avevamo ben due pellicole con Vin Diesel e una con Dwayne Johnson, ma alla fine a spuntarla è stato il caro Keanu Reeves che dopo essere uscito dal letargo del tai chi si ritrova a fare lo spietato stronzo in un film in cui lui è davvero l’eletto. Rozzo, eccessivo e dannatamente divertente, questo è John Wick, difficilmente si potrebbe chiedere di più da un thriller d’azione in cui il motore scatenante e l’uccisione del cane del protagonista. Tra le altre cose la pellicola segna anche il ritorno dei russi nel ruolo di cattivi, proprio come in “The Equalizer” di Fuqua.

Il film che piace solo a me e #chissenefrega degli altri

Crimson Peak – 7
Aspettavo da molto questo film per i più svariati motivi. Seppur io non possa negare che il film di Guillermo Del Toro non sia scevro da difetti, vedere una pellicola come “Crimson Peak” al cinema è stato come ritrovarsi davanti agli occhi un sogno che si realizza e che attendevo fin da quando ero un ragazzetto di quattordici anni che guardava horror nelle sere estive, continuando a chiedersi perché non potevano essere più “grandi”, più “eleganti”, più “belli”.

Le delusioni, anche queste fanno parte del gioco

Birdman
Ha vinto Oscar ed un sacco di altri premi, ma il film di Inarritu mi fa imbestialire ogni volta che lo vedo per la scelta totalizzante di girare tutto in piano sequenza. Non è che questo non si possa fare ed a dimostrarlo prima di lui ci aveva già pensato Sokurov con il suo “Arca Russa”, ma se nella pellicola del cineasta russo questa scelta era propedeutica al racconto, in “Birdman” lo disinnesca trasformando lo sforzo di Lubezki (che si conferma assieme a Deakins uno dei migliori direttori della fotografia di sempre) e di conseguenza la pellicola stessa, in un esercizio stilistico. Ovviamente piace a tutti e magari un giorno a furia di vederlo piacerà pure al sottoscritto, per il momento la seconda visione è stata addirittura peggiore della prima come esperienza.

Youth
Spiace sempre bocciare uno dei nostri registi più amati sia in Italia che all’estero, ma “Youth” è proprio un film bruttarello, in alcuni punti pure mal montato (la scena in cui la Weisz parla con il tizio più brutto del mondo a bordo piscina ne è un esempio). Il ritmo dilatato non fa autore perché se il contenuto per quanto interessante si rivela misero tale rimane. Sorrentino purtroppo a mio avviso vive di rendita da i tempi de “Il Divo”, oppure il suo cinema cambiato radicalmente dopo il polpettone con Sean Penn non fa più per me. Per fortuna il Sorrentino che mi piace posso sempre rivedermelo nella poltrona di casa.

Avengers Age of Ultron
In questo caso davvero sono uscito dal cinema sotto shock. Davvero non mi sarei mai aspettato dopo il primo si ben fatto capitolo di ritrovarmi a vedere un seguito talmente infame. Nel seguito diretto sempre da Joss Whedon funziona malamente tutto, nonostante i primi 5 adrenalinici minuti. L’antagonista è un robot coglione, Thor è diventato un cretino muscoloso, Stark ricicla se stesso, ma attenzione la vedova nera e Hulk (questo autentica sorpresa del primo capitolo) meritano di essere gettati nella fossa delle Marianne. I due personaggi nuovi inseriti nella pellicola poi hanno veramente poco appeal. Speriamo in un prossimo capitolo che una sceneggiatura scritta e magari letta prima di iniziare la produzione.

Terminator Genesys
Non nutrivo grosse speranze, ma pure quelle poche che potevano esserci sono state disattese. L’unica cosa che ricordo con piacere sono i seni di Emilia Clarke, considerando che questi sono quello che sono a prescindere dal film traete le vostre conclusioni.

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