G.I. Joe La nascita dei cobra

G.I. Joe La nascita dei cobra – La vittoria della demenza

Il costruttore di armi e sistemi di difesa M.A.R.S., riesce a progettare testate contenenti delle nano macchine, le quali una volta liberate nell’atmosfera distruggono qualsiasi tipo di materia non organica, dalle malte di un edificio alla carrozzeria di un’automobile. Questa rivoluzionaria arma fa crescere l’acquolina in bocca sia all’ONU che al gruppo terroristico “Cobra”, che tenterà di rubarle per sovvertire l’equilibrio politico mondiale. Gli unici in grado di fermarli sono un gruppo segreto di militari scelti chiamato “G.I. Joe”, i quali dispongono sia di un addestramento che d’attrezzature speciali ed assolutamente top secret.

G.I.Joe La nascita dei cobra

La lotta tra le due parti, diviene una corsa contro il tempo per fermare le nano macchine, che rivelerà l’oscuro passato di questo gruppo terroristico in grado di dare non poco filo da torcere ai “G.I. Joe”. Girato da Stephen Sommers e scritto a cinque mani (tra cui quelle del regista stesso), “G.I. Joe” è uno dei pochi blockbuster che riesce a deludere praticamente in tutti i comparti più importanti, dagli effetti speciali, alle musiche senza dimenticare il montaggio (che verso la fine ci delizia riproponendoci alcune sequenze montate più volte).

G.I.Joe La nascita dei cobra

Il direttore di “Van Helsing” e “La Mummia”, inscena con l’aiuto dei peggiori effetti speciali visti negli ultimi anni (a livello qualitativo sembra una produzione dei primi anni ’90), una storia innocua ed allo stesso tempo totalmente incolore ed inutile. La trama che è quanto di più banale (e stupido) si possa chiedere (ma di certo non è una colpa visto il tipo di film), sembra venir appositamente raccontata per non coinvolgere mai pienamente lo spettatore, privando lo sguardo delle emozioni/sensazioni necessarie perché si crei dell’empatia nei confronti di almeno un personaggio, indipendentemente dallo schieramento d’appartenenza.

G.I.Joe La nascita dei cobra

Nonostante alcuni flashback aiutino a non annoiarsi e a tratteggiare alcuni personaggi, quello che maggiormente infastidisce nel vedere “G.I. Joe” è da ricercare nella completa mancanza d’inventiva, sia visiva che contenutistica. La pellicola pesca a piene mani da film, videogiochi e cartoni animati, riproponendo pedissequamente quanto proposto da altri (anche a livello di costumi). Insomma Sommers e compagnia hanno creato un gigantesca scatola contenente idee altrui, senza nemmeno prendersi la briga di modificarle/reciclarle almeno in parte per nasconderne la sensazione di “già visto”, ma non è solo questo il problema principale.

G.I.Joe La nascita dei cobra

Infatti a far scendere la scure sulla pellicola sono gli stessi attori che recitano in maniera convinta il loro ruolo, facendo più volte finire la pellicola nel ridicolo involontario per la quasi totalità della durata. E mentre uno tenta di capire perché sta accadendo quello che vede sullo schermo, riesce anche a distogliere tranquillamente l’attenzione dalla visione senza comunque perdere nulla d’importante, infatti dopo i primi dieci minuti la pellicola non propone assolutamente nulla d’originale.

G.I.Joe La nascita dei cobra

Quello che rimane a fine visione è un senso di deja-vù, l’idea di un cast sprecato e mal assemblato (la Miller e Tatum completamente fuori posto) e tutta una serie di domande, tra cui quella più spaventosa (visto il finale) sulla possibilità di dare un seguito ad una scemenza simile. Spiace dirlo ma nonostante la visione passi senza enormi problemi (per fortuna), “G.I. Joe” è uno dei blockbuster più brutti degli ultimi cinque anni e più che “La nascita dei Cobra”, sarebbe stato appropriato titolarlo “La vittoria della demenza”.

Pubblicata su NEXTPLAY.IT

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Più che “La nascita dei Cobra”, sarebbe stato appropriato titolarlo “La vittoria della demenza”.
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