Assassinio sull’Orient Express

Assassinio sull’Orient Express – Agatha Christie incontra il cinema del 2017

Mentre trascorre un periodo di vacanza a Istanbul, l’investigatore Hercule Poirot, riceve un telegramma che mette fine al suo riposo. Costretto a raggiungere quanto prima l’Inghilterra per lavorare a un importante caso, il detective si unirà ai passeggeri dell’Orient Express, un treno lussuoso che attraversando mezza Europa lo porterà a destinazione. Durante il viaggio, in uno dei vagoni si consumerà un omicidio. Toccherà proprio ad Hercule Poirot scoprire chi dei passeggeri sia l’assassino.

Branagh e Green sono estremamente accorti nella realizzazione di questo adattamento, che da un lato prende le distanze dai precedenti, ma allo stesso tempo crea una sua ben precisa identità.

Scritto da Michael Green, prodotto da Ridley Scott, diretto e interpretato da Kenneth Branagh, questo nuovo adattamento del romanzo omonimo di Agatha Christie, arriva quarant’anni dopo la splendida versione diretta da Sidney Lumet. I tre nomi dietro a questa operazione dovrebbero già suggerire quale tipo di film ci si ritroverà a vedere. Michael Green arriva da un anno di successi tra cui “Logan”, “Blade Runner 2049” e la serie tv “American Gods”. Ridley Scott non necessita certamente di presentazioni, così come Kenneth Branagh. Il trio riadatta il classico della giallista inglese, riunisce un cast di primissimo livello e crea uno spettacolo che supera le aspettative.

– Diario di un Cinefilo Pigro

Assassinio sull’Orient Express” è la pellicola perfetta per far conoscere il personaggio di Hercule Poirot alle nuove generazioni, ma allo stesso tempo è il film che farà riscoprire il detective anche chi la storia già la conosce, o la vide in una delle precedenti trasposizioni. Branagh e Green sono estremamente accorti nella realizzazione di questo adattamento, che da un lato prende le distanze dai precedenti, ma allo stesso tempo crea una sua ben precisa identità. Il prezzo che hanno pagato per riuscire in questa fine operazione è nella centralizzazione dell’intera storia sul suo protagonista, a discapito dell’aspetto investigativo che se pur presente risulta quasi secondario.

– Diario di un Cinefilo Pigro

Branagh però conscio di questo, carica l’intero film sulle proprie spalle e dosa sapientemente le iniezioni di novità assenti nel romanzo, ma “necessarie” per comunicare con il pubblico odierno. Ci viene mostrata una dimensione intima del protagonista, indispensabile per decifrare e comprendere le sue decisioni, per creare un ponte tra una figura cinica e distaccata con chi sta dal lato opposto dell’immagine. Il regista inglese non rinuncia comunque a una messa in scena di derivazione teatrale propria della sua visione di cinema. Ma se in altre pellicole questa impostazione a tratti strideva, trova invece negli stretti corridoi dell’Orient Express la perfetta cifra stilistica di un comparto tecnico privo di sbavature o grossolani errori.

“Assassinio sull’Orient Express” di Kenneth Branagh, non solo è una pellicola capace di ritagliarsi una propria identità nei confronti dei precedenti adattamenti o del romanzo stesso, è anche intrattenimento di gran maestria, realizzato con amorevole cura, quella di un cineasta che sposa in toto la sua creazione.

– Diario di un Cinefilo Pigro

Le quasi due ore di durata procedono spedite, accusando un po’ la staticità dell’ambientazione solamente nella parte centrale. “Assassinio sull’Orient Express” non è comunque esente da difetti. Aver centralizzato l’attenzione sul protagonista piuttosto che nell’indagine, sacrifica alcuni personaggi che popolano il treno. Quelli che maggiormente risultano sacrificati sono sicuramente la missionaria interpretata da Penelope Cruz e il tedesco di Willem Dafoe. A regalare invece un personaggio perfetto troviamo Johnny Depp, che in poche sequenze riesce a restituire un perfetto antagonista, aspetto importantissimo per aumentare la portata della chiosa finale della pellicola.

Orient

“Assassinio sull’Orient Express” di Kenneth Branagh, non solo è una pellicola capace di ritagliarsi una propria identità nei confronti dei precedenti adattamenti o del romanzo stesso, è anche intrattenimento di gran maestria, realizzato con amorevole cura, quella di un cineasta che sposa in toto la sua creazione. Il risultato è un bilanciamento perfetto delle parti, non privo di qualche difetto, a volte ruffiano, ma perfettamente capace di trasportare personaggi e situazioni create nel 1934 nel mondo cinematografico datato 2017. Un piccolo miracolo, ma anche una piacevole sorpresa.

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