A Star Is Born

A Star Is Born – Un remake pieno di cuore

Jack è una rockstar al culmine del successo e affetto da un grave disturbo all’udito. Alcolizzato cronico, una sera tornando a casa dopo una sua esibizione decide di fermarsi in un bar per continuare a bere. In quel posto si esibisce Ally, una cameriera con il sogno di diventare cantante. Affascinato dalla bravura di lei, Jack la invita a seguirla nel suo tour in giro per gli stati uniti. Tra i due nascerà un fortissimo legame e proprio durante la sua ultima esibizione lui la inviterà ad esibirsi da solista sul palco. Ally verrà quindi notata da un produttore e inizierà la sua carriera musicale, che però coinciderà con il declino di quella di Jack.

A Star is born

Negli anni in cui tutto si consuma nel momento in cui finisce, il vero miracolo compiuto da Cooper con “A Star Is Born” è far continuare il sogno. Arrivati alla fine non ci resta che rivolegere al film le stesse parole che Jack pronuncia a Ally: “Volevo guardarti ancora una volta”.

A Star Is Born” segna l’esordio alla regia di Bradley Cooper e il ritorno per la quarta volta di un classico dramma hollywoodiano, che oggi in un epoca dove ogni cosa, anche la musica, diventa prodotto, questo film con i sui tempi rilassati, le due ore e venti di durata, le musiche e i colori, si trasforma in una potente critica al mondo dello spettacolo, che mette da parte la persona per favorire l’icona (c’è per tutto la pellicola un eterno confronto tra ciò che si è e come si dovrebbe essere per avere successo). Cooper oltre che regista ha anche il ruolo di protagonista assieme alla cantante Lady Gaga, quest’ultima capace non solo di ammaliare con la potenza della voce, ma anche di restituire una profondità tutt’altro che banale al suo personaggio. Si potrebbe ragionare che lei di fatto nei panni di Ally, vista la sua carriera di cantante, abbia caricato il personaggio delle personali esperienze, ma anche fosse, riesce a non scadere nell’autoreferenzialità. Questo già di suo magari non avrebbe inficiato la qualità della pellicola (basta pensare a “8 mile” dove Eminem fa proprio il contrario cannibalizzando ogni cosa), però dimostra la tutt’altro che scontata abilità recitativa della cantante.

A Star is born

Cooper alla sua prima regia si confronta con un remake importante, questa sua versione di “A Star Is Born” più che la pellicola diretta da Frank Pierson nel 1977, ricorda quella di George Cukor datata 1954 per come restituisce e attualizza il dramma cinematografico di stampo classico (e sopratutto l’uso dei colori). La macchina da presa si incolla letteralmente ai protagonisti al punto che, grazie anche all’ottimo lavoro di Libatique, si riescono a percepire ansie e pulsioni in ogni momento del racconto. Asciutta e mai eccessiva la regia mostra il fianco comunque a qualche critica, perdonabile solo ed esclusivamente in quanto opera prima. Tra i difetti troviamo alcuni personaggi di contorno apparire e scomparire per necessità di sceneggiatura senza che questi, per quanto interessanti, abbiano una loro evoluzione all’interno della storia. Il secondo punto dolente del film risiede in una prima parte di ampio respiro, poco incisiva, dove tutto accade in modo fin troppo schematico.

A Star is born

A parte questi difetti “A Star Is Born” è un film che conferma due talenti, quello di Cooper regista, ma ancor di più quello di Lady Gaga come attrice. La parabola d’ascesa della giovane cantante, contrapposta alla fine della carriera del marito, si rivela toccante e dotata della sensibilità giusta nell’attualizzare un classico. Negli anni in cui tutto si consuma nel momento in cui finisce, il vero miracolo compiuto da Cooper con “A Star Is Born” è far continuare il sogno. Arrivati alla fine non ci resta che rivolgere al film le stesse parole che Jack pronuncia a Ally: “Volevo guardarti ancora una volta”.

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